“Nel continente nero, paraponzi ponzi pò…” cantava Edoardo Vianello, ed è proprio qui che ci dirigiamo per presentarvi la designer di gioielli che questa settimana ci ha affascinati: Claire Fouché.
Nata nel 1984 e cresciuta tra il Sudafrica e l’Inghilterra, ha coltivato la sua passione per i gioielli e per il design sin da quando era piccolina; dopo aver conseguito una laurea in economia e diritto presso l’Università del Sud Africa è tornata a Londra per dedicarsi alla sua più grande passione, ha lavorato al rilancio della storica casa di gioielleria Fabergè, dopo aver diretto, per questa azienda, vari progetti esterni tra cui un programma di formazione di gioiellieri con gli adolescenti di Kabul per la Fondazione Turquoise Mountain, ha deciso di lasciare tutto ed ha creato la sua prima collezione, nata dall’amore verso l’arte, l’artigianato e le tradizioni.
Nel 2014, dopo un viaggio in Kenya, ha scoperto materiali nuovi e artigiani esperti e ha deciso così, di iniziare a progettare proprio lì, la sua linea; collaborando con alcuni maestri di Nairobi ha utilizzato materiali che fino ad allora non conosceva perché considerati rifiuti , come le ossa e le corna di mucca, ha realizzato gioielli contemporanei, equo-solidali e allo stesso tempo, impregnati di cultura e memoria.
Ogni suo monile si ispira a qualcosa di diverso, di speciale ed ogni pezzo, prodotto anche con ottone, pietre preziose e legno intagliato, è audace ed elegante; la manualità e la tecnica utilizzata per la lavorazione è talmente importante ed elevata che prende quasi il sopravvento, sul design.
Questa Fashion Outsider, sta lasciando un segno indelebile nella storia dei gioielli, in maniera forte e grintosa, proprio come si sente chi indossa le sue opere: potenti e femminili allo stesso tempo.
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